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Calorosa accoglienza ai bimbi Sahrawi in consiglio comunale a Macerata

Calorosa accoglienza ai bimbi Sahrawi in consiglio comunale a Macerata

Il sorriso dei bimbi Sahrawi è ritornato ad illuminare la sala consiliare del comune di Macerata, durante la seduta di ieri pomeriggio, 25 luglio, per l'ormai tradizionale incontro annuale tra la delegazione di bambini e i membri dell'Assise civica. Anche quest'estate una delegazione di venti ragazzini si trova nelle Marche grazie all'associazione Rio de oro e alle famiglie marchigiane che li ospitano per iniziare o proseguire importanti terapie mediche. Infatti, i bimbi Sahrawi coinvolti nel progetto di accoglienza, al quale aderisce anche il Comune, hanno seri problemi di salute e di disabilità che non potrebbero mai curare nei campi profughi dove vivono insieme alle loro famiglie.

È dal 1979 che i Sahrawi sono costretti a sopravvivere nei campi profughi situati nel deserto di Tinduf, in Algeria, dove sono stati confinati a seguito dell'invasione da parte del Marrocco dei loro territori. Lo ha ricordato ieri pomeriggio anche il presidente del consiglio comunale di Macerata, Luciano Pantanetti, che ha mandato un "forte abbraccio" ai bambini ricevuti nella sala consiliare e alle loro famiglie, sottolineando il fatto che questo è un momento davvero difficile per i Sahrawi. Il popolo ha da poco perso il suo amato presidente Mohamed Abdelaziz, riconfermato per ben dodici volte nella carica di capo della Repubblica Araba Saharawi Democratica e che “ha condotto il suo popolo dalla guerriglia armata dei primi anni ’70 alla scelta di una soluzione pacifica attraverso un referendum per l’autodeterminazione che, purtroppo, non ha potuto vedere realizzato” come ricordato dalla vicepresidente di Rio de Oro, Barbara Vittori.

I Sahrawi sono, però, un popolo forte e proseguono la loro battaglia, così come i piccoli che si trovano in questi giorni nelle Marche continuano a lottare per la loro salute, per il loro futuro. Come Warda, giovane talento del deserto che lavora come pittrice di teiere e che all'inizio del suo percorso aveva seri problemi di deambulazione. Arrivata in Italia per la prima volta nel 2008, è stata operata per due volte al Salesi di Ancona ed una volta a Milano. Ha proseguito, poi, un percorso di fisioterapia ed oggi riesce ad alzarsi e a camminare. Adesso è tornata nelle Marche per un nuovo tutore e ieri ha ricevuto uno speciale dono dal Consiglio delle donne di Macerata che l'aiuterà a continuare il suo progetto di artigiana e pittrice.

"Per questi bambini non esiste un'altra strada di cura – ha detto la presidente dell'associazione Rio de oro, Rosanna Berini, che vive in un campo profughi Sahrawi – e i viaggi che fanno in Italia sono l'unica speranza per migliorare la loro situazione". Le difficoltà per questi bimbi, alcuni dei quali presentano gravi disabilità, sono enormi. "La situazione sarebbe molto diversa – ha aggiunto la presidente Berini – se potessimo curare questi ragazzi già dalla nascita, ma purtroppo possiamo portarli in Italia solo dall'età di sei anni, quando sono troppo grandi e quando spesso la malattia è già degenerata".

I bambini Sahrawi guardano, però, al futuro con speranza e determinazione così come hanno imparato dai loro coraggiosi genitori proseguendo nel loro cammino di rifugiati in una ricerca instancabile di giustizia. Il progetto dell'associazione Rio de oro che assiste ogni anno in Italia più di settanta bambini è reso possibile da famiglie che accolgono questi bimbi e dalle donazioni che arrivano. Chiunque può dare una mano a rendere un po' più facile la vita dei bambini Sahrawi sostenendo l'associazione Rio de oro onlus con una donazione oppure partecipando all'annuale accoglienza dei ragazzi. Tutte le informazioni su come donare o far parte del progetto sono disponibili sul sito www.riodeoro.it.

I bambini presenti ieri pomeriggio sono stati:

Chej Hossein Hassan soffre di sospetta sindrome genetica. Da gennaio si trova nella la sede di Rio de Oro in Africa (a Bolla). È stato operato di cataratta, ma non vede e il contatto fisico con il suo corpo è la sua unica via di comunicazione.

Chej Ami Abida è stato operato il 24 giugno agli arti inferiori a Bologna; ora sta proseguendo un percorso di fisioterapia per poter camminare. Leila soffre di tetraparesi spastica ed è stata ospite negli anni passati di una famiglia qui di Macerata ed è qui quest'anno per proseguire la sua fisioterapia.

Matamulana è stato ospite negli anni passati di una famiglia di Pollenza e sino a maggio di quest'anno è stato ospitato presso la sede Rio de Oro nei campi profughi di Bolla in Africa. La sua condizione era migliorata notevolmente, però purtroppo il ritorno a casa ha segnato una lenta regressione delle sue condizioni fisiche.

Uadad ha un affetto particolare per il sindaco Romano Carancini che chiamò spontaneamente “habibi”.

 

La delegazione Sahrawi oggi in Comune insieme al sindaco Carancini e al presidente Pantanetti

La vice presidente Barbara Vittori insieme al presidente Abdelaziz_alla sua destra_durante una missione nei campi profughi

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