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Cronaca Cultura Camerino

Camerino: morto lo scultore Giuseppe Gentili

Camerino: morto lo scultore Giuseppe Gentili

Da tempo non lo si vedeva più passeggiare con quella sua andatura dinoccolata, con quell'aria semplice che non avrebbe mai lasciato credere che quell'uomo fosse uno degli artisti contemporanei più quotati e apprezzati nella scultura in ferro. Il terremoto aveva distrutto la sua Camerino e, magari, qualcuno non ci ha neanche fatto caso che non lo si incontrava più. Perché lassù, nella città ducale, ormai é un'abitudine non incontrarsi. Invece Giuseppe Gentili era malato (quasi un segnale di quella simbiosi creata con la sua città) e, ormai da mesi, era ricoverato in Ospedale. A marzo, sulla sua pagina Facebook, aveva scritto: "Dovevo ammalarmi, per riposarmi". E in ospedale é deceduto. La notizia della morte di Giuseppe Gentili ha suscitato sgomento e commozione a Camerino, ma anche nel mondo dell'arte più in generale.

 

Di lui, Wikipedia riporta: "Frequenta gli studi artistici e consegue il Diploma di Maestro d'Arte nel 1963. A venticinque anni espone le sue prime opere in scultura, con consenso di pubblico e di critica. Innovativo per la tecnica e per il materiale che adopera, realizza pannelli in basso rilievo, sbalzi in rame, bronzetti e numerose opere di grande dimensione: lavora con la fiamma ossidrica, mista alla fusione.

 

Di lui si interessano per il collezionismo: Charlie Chaplin, che acquista tre opere; Federico Fellini, il regista delle favole folli; Pablo Picasso, che accetta l'offerta di un "Don Chisciotte", figura emblematica nella produzione dello scultore. L'artista iberico pone l'opera, alta più di due metri, nel parco della sua villa di Mongius (Nice).

 

Espone a Montreal (Canada), impressionando per la drammaticità esistenziale delle opere, e a Nizza, città dove, in occasione del terzo "Grand Prix de New York", gli viene assegnata la targa "Plaquette d'or - Statue de la Libertè".

 

Nel 1979, l'artista si trasferisce a Spoleto, instaurando con il Festival dei Due Mondi un proficuo lavoro dialettico, che si traduce in mostre e in celebrazioni della sua arte (Spoleto Magazine).

 

Eccentrico ed anticonvenzionale, gestisce il mondo creativo con atteggiamenti di vita, che plasma come pezzi visivi: contesta e irride "il rispetto dell'arte ufficiale - che egli dice - in Italia combina grossi guai". Nascono così le tante sculture alla fiamma ossidrica, che diffonde in Italia e all'estero, entrando nelle case e nelle collezioni di molti privati.

 

Racconta di sé stesso: "Non voglio essere chiamato contestatore, non m'interessa accordarmi ad una qualsiasi protesta. Io vivo per la mia arte e della mia arte. E chi non sa cosa sia l'Arte non può capirmi".

 

Seguono opere di impegno umano e valenza sociale: dalla ricerca indirizzata verso episodi della Bibbia (particolarmente drammatica la serie di Caino e Abele) al volto di Cristo della Sindone, carico di tragedia; dal Don Chisciotte al grido de L'uomo di Sarajevo.

 

Dopo avere migrato in più luoghi, ora risiede in campagna presso Camerino".

 

Quella Camerino che, oggi, non é più la città di cui si era innamorato, ferita e devastata da un terremoto che lo stesso Giuseppe Gentili aveva paragonato ad una guerra: "Dopo le macerie della guerra, con i mezzi di allora, in poco tempo fu ricostruito tutto ciò che l'uomo aveva distrutto .Energia impiegata male, oggi!?"

 

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