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Politica Macerata

Carancini va veloce

Carancini va veloce

Al giorno d’oggi fare politica richiede agilità e soprattutto velocità. Anche per questa ragione il presidente della provincia, Pettinari, si è schiantato in un frontale e si è ammaccato tre o quattro costole. Lo abbiamo visto sorridente dal suo letto di ospedale, finemente ornato dal vassoio d’ordinanza con tanto di panino e formaggino, mentre ci raccontava di aver rischiato addirittura la vita. La tempra dell’uomo è quella del vecchio democristiano e, conoscendo il genere, sono sicuro che si rimetterà presto. Nel frattempo, da qui porgo a Tonino, i miei sinceri auguri di pronta e sollecita guarigione.

Il sindaco di Macerata, Romano Carancini, corre invece come un “freccia rossa”. La Maceratese lo ha tenuto con il freno a mano tirato, fino all’ultima giornata di campionato. Fosse andata in seria B per lui sarebbe stata una catastrofe: stadio da rifare daccapo, una viabilità da reinventarsi, l’opposizione che strillava. Insomma, un gran casino. Pare che di notte, un incubo ricorrente lo svegliasse all’improvviso proprio nel momento in cui la Tardella lo addentava ai polpacci, mentre correva per l’Helvia Recina. Dicono i maligni che, per grazia ricevuta, abbia percorso – nottetempo e scalzo – il tratto della Macerata-Loreto a piedi ed in solitudine.

Superata però questa sua unica preoccupazione, ha ripreso a volare e lo trovi dovunque. Audacemente avvinghiato alla Autieri, oppure con una mucca chianina alla RACI, mentre ci si fa un selfie. Col casco da pilota alla 1000 miglia e poi di corsa a Porto Recanati a sostenere il candidato sindaco.

Ma perché Pettinari e Carancini corrono rischiando vieppiù la vita?? Siccome tra pochi mesi ci sarà il rinnovo dell’amministrazione provinciale, sia pure con elezioni di secondo livello, credo che entrambi aspirino a diventare il futuro presidente della provincia. Pettinari, non avendo più alle spalle un partito, gioca la carta dell’efficientismo. Infatti si fa fotografare, nei cantieri, in galosce, prende misure, consulta carte, verifica livelle. Dietro di lui si muovono numerose ruspe, grossi camion asfaltano prati mentre dalla sua camicia slacciata spunta fuori il ciuffo di virili (ancorché canuti) peli. Carancini, in teoria, un partito ce l’avrebbe. Ma siccome sa che il Partito Democratico è diventato un facocero che tutto rumina e tutto digerisce (quindi anche la conferma di Pettinari), si deve mettere a giocare in proprio e crearsi le sue reti. Per questo corre come un dannato ed al tempo stesso sta cercando di creare un’immagine che raccolga consensi anche oltre le mura maceratesi.

Tra i due, la questione non dovrebbe nemmeno porsi perché, a mio modesto avviso, Carancini avrebbe tutti i titoli e le carte in regola per guidare l’area vasta provinciale. È sindaco di un capoluogo, assieme a tutto il suo territorio, molto spesso trattato con scarso rispetto dalla Regione. Ha la capacità, l’autorevolezza e (passatemi il termine) pure la tigna necessaria per far sentire la sua voce. E molto spesso lo ha pure dimostrato con i risultati ottenuti.

Pettinari, con tutto il rispetto, è uomo del secolo scorso e non può trasformarsi in una pertinenza dell’amministrazione provinciale, manco fosse una casa cantoniera qualsiasi. Ha fatto il suo corso ed il suo tempo. Il Partito Democratico dovrebbe ringraziarlo per l’impegno e l’abnegazione sin qui profusa, ma dovrebbe pure guardare avanti.

Il punto è che dentro il PD troppi non perdonano ancora a Carancini di aver vinto le primarie, in città, avendo avuto contro tutto lo stato maggiore. Quella classe dirigente, che poi è la stessa di oggi, se avesse potuto avrebbe espulso il popolo colpevole di aver votato Carancini e non il loro uomo. Temo che, come da solito e consolidato copione, i veleni di quelle primarie emergeranno giusto in tempo per quella occasione e che  da qui alle provinciali ne vedremo delle belle…

Fabrizio Cambriani
Opinionista e polemista, scrive solo per passione. In caso di guerre e/o calamità naturali diventa anche reporter e narratore. Politicamente ormai apolide, è sempre incuriosito e attratto dalle dinamiche relative alle continue trasformazioni sociali. Ama la buona tavola, l'ottima musica e le donne (anche contemporaneamente)...

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