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Economia Scuola e università Macerata

Unimc e Bcc a confronto per 'rigenerare la comunità': "Il profitto come mezzo, mai più come fine" (FOTO)

Unimc e Bcc a confronto per 'rigenerare la comunità': "Il profitto come mezzo, mai più come fine" (FOTO)

Si è tenuto questo pomeriggio il primo incontro organizzato dal dipartimento di studi umanistici dell'università di Macerata, in collaborazione con la Banca di Credito Cooperativo di Recanti e Colmurano, dal titolo "Rigenerare la comunità". Lo scopo è quello di riorientare eticamente l’agire economico, gettando le basi per una cooperazione attiva fra mondo della formazione e del lavoro nel territorio del Maceratese. 

Ad aprire la conferenza il rettore dell'unviersità di Macerata, John McCourt: "Noi siamo qui per ascoltare il territorio, per dare sostegno e fare da interlocutore con le istituzioni. Etica e formazione sono le parole chiave: viviamo in un mondo complesso con realtà come le intelligenze artificiali che rimettono in discussione l’agire umano. Si riaccende la necessità di studi umanistici, filosofici ed etici per ridefinire i nostri paradigmi identitari. Per quanto riguarda la formazione, questa è necessaria per rimanere al passo con le continue innovazioni, dagli studenti nelle scuole agli universitari, fino ai lavoratori e i più anziani”.

Segue il Presidente della Bcc, Sandrino Bertini: "Il lavoro prettamente manuale sta sparendo in favore di un’alta specializzazione e del lavoro qualificato. La collaborazione tra attività economiche, scuola e università è imprescindibile: le imprese sono auto che hanno bisogno di carburante per essere alimentate, e questo carburante è il sapere".

"Le banche di credito cooperativo sono diverse dalle altre, non distribuendo dividendi agli azionisti e portando l’utile che ha a patrimonio - spiega Bertini -. Il suo agire si riverbera su tutto il territorio e su tutti i suoi abitanti: prestiamo attenzione alle categorie più deboli e reinvestiamo parte degli utili in iniziative sociali”.

"Questa iniziativa è l’emblema del ruolo svolto dalle banche di credito cooperativo sul territorio, come sancito dall’articolo 2 del nostro statuto - prosegue il direttore della Bcc, Davide Celani - Portare avanti questo progetto con la prestigiosa università di Macerata significa portare nel territorio un nuovo modo di fare impresa, di fare banca e di arricchire i nostri territori, non solo da un punto di vista economico ma soprattutto culturale”.

"Iniziative come queste sposano l’aspetto culturale con quello economico, cercando di rimettere al centro i valori di località e mutualismo. Territorio e formazione sono al centro dell’agire etico dell’economia, in cui cerchiamo di individuare nuovi modelli che si discostino dalla massimizzazione del profitto a tutti i costi, in favore di una nuova economia comunitaria", conclude Celani. 

"Etica e formazione sono due valori fondanti per il senso di appartenenza al territorio comune: l’università deve instaurare stretti rapporti con le istituzioni, al fine di adeguare la formazione alle nuove esigenze del mondo del lavoro - commenta il vice direttore della BCC, Gerardo Pizzirusso -. Mettere il profitto al primo posto significa anteporlo al valore umano e spirituale delle persone, mentre questi due elementi dovrebbero congiungersi". 

Così Roberto Mancini, direttore del dipartimento di studi umanistici di Unimc: "L’obiettivo primo è riorientare in senso etico e comunitario le istituzioni del territorio: da un lato l’università che ha una vocazione naturale per questo, dall’altro esistono banche diverse da quelle con un orientamento prettamente speculativo, banche radicate nel territorio che curano il sistema delle relazioni con le persone e con gli altri enti pubblici”.  

"Con realtà di vocazione più comunitaria è più facile stabilire un rapporto proficuo in tal senso, sia per la formazione dei dipendenti stessi dell’istituto di credito, sia per quella degli studenti attraverso stage e progetti comuni - aggiunge il professore -. Immagino una rete che colleghi, oltre a banche e università, anche le altre istituzioni, dai Comuni alle associazioni culturali e di volontariato, purchè ci sia un progetto condiviso che rigeneri la qualità del tessuto comunitario".  

“Questa collaborazione cerca di ripensare il significato dell’economia, dove il profitto deve tornare ad essere un mezzo, mentre il fine è il contributo che le imprese di un territorio restituiscono al bene comune. Si è visto che l’economia della solitudine, dello sradicamento e della competizione non risolve i problemi, ma porta a risultati distruttivi dal punto di vista sociale ed ambientale", conclude Mancini.  

 

 

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