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Non c'è il campo, la Maceratese costretta ad emigrare. Tardella furiosa: "Qui è impossibile fare sport professionistico"

Non c'è il campo, la Maceratese costretta ad emigrare. Tardella furiosa: "Qui è impossibile fare sport professionistico"

La partita di Tim Cup fra la Maceratese e il Campodarsego in calendario nel prossimo week end non si giocherà a Macerata bensì nella cittadina veneta il 30 luglio. La presidente Maria Francesca Tardella, visto l’impedimento da parte del Comune di utilizzare l’Helvia Recina, ha chiesto di invertire il campo di gioco.

“Sono amareggiata, la Carrarese ha venduto blocchi di marmo pur di far iscrivere la sua squadra al campionato di Lega Pro – ha detto Maria Francesca Tardella – Questa società non ha alcun tipo di debito. Ieri mattina mi è arrivata una telefonata dalla Lube dove mi si diceva ci vediamo a Civitanova. Non c’è verso di fare sport professionistico a Macerata, non c’è speranza. Sono triste, delusa. Voglio giocare nel mio campo, nella mia città. Non so quanto abbiamo speso per andare ad allenarci altrove l’anno scorso. Noi ci alleniamo insieme all’Atletica Avis, al Sef con la massima serenità. Non pensiamo di essere né superiori né inferiori ad altri. Certamente noi la convenzione la paghiamo, gli altri usufruiscono di contributi. Inizialmente avevamo deciso di non giocare questa partita, mi sarebbe piaciuto che Sky, Rai e televisioni private e i tifosi della rata potessero assistere ad un evento storico. Mi sarebbe tanto piaciuto da presidente, al di la della stanchezza nel sopportare tutto questo peso. Noi siamo considerati meno di niente. A volte siamo considerati un peso, un fastidio. Nel rispetto delle persone che vogliono bene alla Maceratese abbiamo chiesto l’inversione del campo, ci sobbarcheremo tutte le difficoltà di questa trasferta. Questa è una società che amo alla follia. Speriamo che i tifosi ci facciano sentire il calore che abbiamo sentito nella prima amichevole a Norcia con lo Spezia. Speriamo di fare anche una discreta figura. Non ho la più pallida idea di dove andremo ad allenarci dopo il 29 di luglio. Ci siamo già mossi con alcune società amiche, dico francamente che non si è nè in cielo nè in terra".

“E’ la prima volta che la Maceratese partecipa alla Coppa Italia professionistica organizzata dalla Lega di serie A – ha detto l’avvocato della Maceratese, Giancarlo Nascimbeni, nel corso di una conferenza stampa – La Coppa Italia è la seconda competizione come importanza di quelle organizzate dalla Lega di serie A. Evidentemente il comune di Macerata non ha valutato nella sua pienezza l’importanza dell’evento. Alla Tim Cup partecipano obbligatoriamente e di diritto tutte le squadre di serie A, tutte le squadre di serie B, ventisette squadre di Lega Pro e nove di serie D.  Tutto questo doveva essere un orgoglio della città e degli sportivi. Io mi aspettavo che l’assessore allo sport del comune di Macerata (Alferio Canesin ndr) dicesse abbiamo trovato un campo alternativo all’Helvia Recina. Probabilmente l’assessore non capisce l’importanza della manifestazione”.

“Noi non parteciperemo alla riunione del 2 agosto con il comune sulla convenzione fra la Maceratese e l’amministrazione comunale, rinviata non so quante volte, perché io con il cappio al collo non porto un mio cliente – ha continuato Giancarlo Nascimbeni – Sottende che il comune lamenta un mancato rispetto della convenzione da parte della Maceratese. La convenzione è stata sottoscritta il 29 agosto 2015 dal dottor Puliti e noi come studio legale non facemmo solo e soltanto gli interessi della Maceratese ma anche gli interessi del comune, perché il comune di Macerata per lo Stato era inadempiente con la Corte dei Conti dall'1 gennaio 2015. La convenzione fra la Maceratese ed il comune di Macerata per l’utilizzo dello stadio Helvia Recina scade il 31 agosto 2018, quando l’assessore dice che la convenzione è scaduta significa che non sa di cosa parla. E’ di una gravità assoluta quello che dice, non voglio sparare sulla Croce Rossa, ma non sa di cosa parla”.

“L’assessore non può andare a dire sul giornale che lo stadio è in queste condizioni perché è stato devastato dalla Maceratese – ha affondato Giancarlo Nascimbeni – Il campo era in queste condizioni quando è stata sottoscritta questa convenzione. C’è stato poi un fatto gravissimo, quando lo stesso assessore ha detto che per colpa della Maceratese il comune non ha potuto ospitare i giochi della gioventù. E’ una bugia. Un altro fatto molto grave è che manca un atto ufficiale della pubblica amministrazione in cui si dice l’inizio e la fine dei lavori, allora la Maceratese si sarebbe potuta attivare diversamente”.

La Maceratese deve versare nelle casse comunali un canone di cinquantamila euro per l’utilizzo dell’Helvia Recina attraverso due rate.

“Ci sono stati vari inadempimenti da parte del comune riguardo alla convenzione – ha aggiunto l’avvocato Massimo Nascimbeni – La Maceratese non scende più sull’Helvia Recina dall’8 maggio, dalla partita con il Santarcangelo. Ritengo ci fossero tutte le condizioni per mettere la Maceratese in condizioni di giocare in casa la partita di Tim Cup. L’assessore Canesin ha detto cose non vere. A seguito dei divieti di utilizzo non giustificati da condizioni oggettive la Maceratese ha utilizzato il campo per non più del trentacinque per cento rispetto alle ore di cui aveva diritto; l’eccezione spesso è diventata la regola. E’ stato impossibile allenarsi sull’antistadio perché non c’erano le condizioni minime di sicurezza per i giocatori professionisti. Lo stesso antistadio, fra l’altro, è stato messo a disposizione della Maceratese con due mesi di ritardo. Queste cose il comune le sa da sempre, formalmente dal 22 gennaio del 2016. Essendo un contratto a prestazioni corrispettive, essendo venuto meno un utilizzo come quello previsto in convenzione abbiamo chiesto una riduzione del canone in misura proporzionale all’uso e alle possibilità di usare il campo”.

Conferenza stampa Maceratese allo stadio Tardella Avvocati MacerateseIMG_4518

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