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Riforma dei giochi: un nuovo capitolo per l’intrattenimento in rete

Riforma dei giochi: un nuovo capitolo per l’intrattenimento in rete

È ormai noto che ogni minimo intervento sul mondo dei giochi in Italia abbia un eco importante non solo nel nostro Paese. Il business legato al settore già nel 2022 superava la soglia dei 9 miliardi. Considerando le categorie e gli operatori coinvolti, ma anche l’incredibile ascesa dell’intrattenimento online negli ultimi anni, il riordino del sistema è apparso sempre più come un atto doveroso.

Dunque, con l’obiettivo principale di fornire maggiori tutele ai giocatori senza danneggiare le casse erariali, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri un nuovo Decreto-legge sulla Gazzetta Ufficiale n. 78 del 3 aprile.

Per la prima volta ci troviamo dinanzi ad una riforma che pone l’accento sui giochi a distanza, partendo dall’autorizzazione alla concessione che durerà 9 anni. La gara del prossimo bando sarà indetta entro la fine dell’anno e il costo del canone d’ingresso sarà di ben 7 milioni di euro.

Proprio su questo tema non mancano le polemiche, giacché la cifra potrebbe precludere alle aziende più piccole la partecipazione allo stesso. A ciò si andrebbe ad aggiungere un canone annuo del 3% dei ricavi netti, cioè il doppio rispetto a prima. Ancora, una fee annuale dello 0,2% destinata a campagne di comunicazione, volte a responsabilizzare i giocatori sui rischi che derivano da un abuso del gioco stesso. 

A tal proposito si prevede un utilizzo dell’intelligenza artificiale mirato ad informare costantemente il giocatore sull’importo speso, ma anche con azioni volte a limitare il tempo investito nel gioco. Il Decreto prevede anche una forte limitazione delle ricariche in contanti eseguite nei punti vendita, che non potrà superare la soglia di 100 euro settimanali. In tutti gli altri casi, le transazioni dovranno essere tracciabili.

Anche la sicurezza è un punto cardine di questo settore. Se oggi gli italiani scelgono di giocare ai casinò live legali è anche grazie al controllo dal Monopolio di Stato. Questo sarà consolidato con la nuova legislatura, attraverso l’istituzione della Consulta permanente dei giochi pubblici, che avrà il compito di monitorare le attività illegali.

In sintesi, la riforma è frutto di una stretta sui giochi iniziata già tempo addietro, che da sempre si trova nel mezzo tra due intenti. Il primo è riuscire a trarre il massimo profitto da un settore così fiorente, il secondo è contrastare azioni illegali con più strumenti possibili.

 

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