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Juan Luca Sacchi, il resoconto stagionale del fischietto maceratese

Juan Luca Sacchi, il resoconto stagionale del fischietto maceratese

A poche giornate dal termine dei più importanti campionati di calcio, sta per arrivare il tempo dei bilanci. Questi interesseranno non solo le squadre, ma anche gli arbitri che verranno valutati per la loro prestazione sul rettangolo verde. In questo articolo parleremo dell’operato di un arbitro in particolare, ossia di quello di Juan Luca Sacchi.

La dura vita dell’arbitro

La vita e il mestiere dell'arbitro non sono affatto semplici. Spesso, infatti, i direttori di gara sono presi di mira dai tifosi, dai calciatori e gli allenatori, tacciati di aver deciso, in un senso o nell'altro, una determinata partita con decisioni a volte opinabili. Il loro operato è sotto gli occhi costanti anche del VAR, che aiuta gli ufficiali di gara a districarsi negli episodi borderline laddove consentito. VAR che è protagonista persino di trasmissioni TV, come Open VAR su DAZN, e del palinsesto delle scommesse sportive. Esistono diversi siti scommesse tra quelli presenti in questa lista di Oddschecker Italia che mettono a disposizione quote sull'utilizzo o meno della tecnologia in campo durante i match. Quindi gli arbitri sono protagonisti almeno tanto quanto i giocatori, nonostante dovrebbero essere meno visibili di questi ultimi in campo. Tra quelli che hanno avuto un rendimento altalenante, spesso aiutato dal VAR, c'è Juan Luca Sacchi, fischietto maceratese che tra partite di Serie A, Serie B, Coppa Italia e alcune estere ha vissuto un’annata da 5,5 in pagella. Come vedremo tra poco, non mancano i suoi errori in occasione di partite con episodi rilevanti.

Gli errori più gravi

Se Juan Luca Sacchi non è ancora un arbitro internazionale c’è un motivo, ed è legato alle sue prestazioni negative che stanno incidendo più di quelle positive. Per esempio, durante Napoli-Genoa dello scorso febbraio, ha trasformato un fallo su Vitinha in un fuorigioco, con conseguente calcio di punizione per il Napoli che ha portato al gol di Ngonge. Un errore non da poco. In Genoa-Frosinone di fine marzo, Sacchi ha pasticciato in due momenti chiave della partita, quando ha decretato un rigore per il Frosinone, poi cancellato dal VAR, e quando non ha concesso un rigore netto per il Genoa, decisione quest’ultima rettificata dal VAR. Non è piaciuta nemmeno la gestione dei falli da parte del fischietto maceratese, visto che il tempo di gioco effettivo è stato soltanto di 49 minuti e 34 secondi giocati su un totale di 96. Infine, Sacchi è stato insufficiente durante la direzione di Milan-Udinese, gara terminata 0 a 1, quando ha concesso un rigore dubbio per gli ospiti, dopo il contatto in area tra Adli ed Ebosele. Il centrocampista francese del Milan non sembrerebbe toccare il piede dell'esterno friulano. I dubbi restano, ma non sulla prestazione dell’arbitro classe 1984.

Le direzioni più convincenti

Sacchi non ha commesso soltanto errori: diversamente non avrebbe arbitrato più incontri degni di nota, ma ha anche collezionato alcune direzioni piuttosto buone. Per esempio, in occasione di Milan-Empoli, quando ha lasciato giocare senza incidere più di tanto con falli fischiati e cartellini. Nonostante sia stata una gara priva di episodi dubbi, qui il fischietto marchigiano si è mosso bene. E si è mosso bene anche quando ha arbitrato Roma-Torino, quando ha assegnato un rigore per i giallorossi, trasformato da Dybala, che ammette poche repliche. Masina ferma Azmoun colpendolo alla caviglia: l’ingenuità del difensore del Torino è piuttosto evidente anche a occhio nudo. Infine, Sacchi è stato bravo durante Bologna-Sassuolo, quando ha convalidato tutti e sei i gol senza l’ausilio dell’on field review – la partita è terminata 4 a 2 per i felsinei – e quando ha estratto i due cartellini gialli, uno per parte. Bene anche per quanto riguarda il dialogo tenuto in campo con i giocatori.

Diverrà un arbitro internazionale?

Per adesso no: Sacchi non diverrà nell’immediato un fischietto internazionale, perché fa ancora troppo affidamento al VAR. Non solo, il più delle volte non appare sicuro delle sue decisioni. Questo però non significa che in futuro non possa fare il definitivo salto di qualità.

 

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